Strutturare una squadra per poi condurla verso la meta è un compito affascinante e complesso, quello che deve saper fare un buon leader.
Ogni volta che incontro i miei clienti scopro che ci sono tanti gruppi e pochi team. Ci sono persone che lavorano insieme, magari hanno anche il piaìcere di condividere la reciproca compagnia per un caffé, ma non sono realmente una squadra, non si fidano gli uni degli altri.
In un team troviamo:
Per far funzionare un team è indispensabile la flessibilità, in modo da garantire una reazione efficace, coordinata e veloce. Alla base di questo c'è la fiducia tra i suoi membri, e questa situazione di interconnessione diventa sempre più importante in uno scenario complesso, nel quale ogni membro del team deve essere in grado di comprendere in qualsiasi momento la situazione del resto della squadra e fare la cosa giusta nell'interesse di tutti.
L'intrigante libro sulla crescita personale, "Team of Teams" di Mcchrystal, Collins, Silverman e Fussel, mette in evidenza quanto sia importante la complicità, gli automatismi, la compensazione degli errori, tutte azioni che possono avvenire soltanto con una silda base di fiducia e questa, a sua volta, si consolida nel tempo e con effettive attestazioni pratiche. Non bastano riunioni o incontri motivazionali.
La responsabilità del team ricade su suo leader, che deve crere il clima di fiducia e appartenenza, ispirare gli altri, credere profondamente nella sua missione. Deve agire spinto dalla consapevolezza di essere parte di qualcosa di più grande, che va oltre i propri interessi personali e deve diffondere questo sentimento a tutti i membri del team.
Il leader costruisce il suo team attraverso obiettivi condivisi, non basta un buon progetto occorre coinvolgere i propri collaboratori, conoscere le loro motivazioni e le loro aspettative. L'obiettivo aziendale è quello da perseguire, ma servono anche micro obiettivi che riguradano il team e le persone. Questo si ottiene quando esiste una cultura aziendale aperta e trasparente, non più relegata ai piani alti ma orientata verso un'intelligenzacollettiva, creando il terreno giusto per uno scambio di creatività. I feedback continui aiutano a comprendere le ricadute del proprio operato e sopratutto a correggere eventuali errori. Un leader deve saper dare il buon esempio, riuscire a trasmettere i valori aziendali e il rispetto degli atteggiamentipositivi.
Un buon leader è capace di selezionare buone persone. Una parte del successo della squadra dipende dalla sua costituzione, però non sempre è possibile scegliere nuove persone, spesso dobbiamo trarre il massimo da gruppi di lavoro ormai consolidati. Profilare i membri di un team è un passaggio necessario per poter assegnare loro compiti più adeguati. In questo processo sarà importante tenere conto non solo delle hard skill, più facili da misurare, ma anche della personalità dell'individuo, degli interessi, delle capacità relazionali, dei punti di forza e di debolezza, ma sopratutto delle soft skill.
Quando i membri del team si sentiranno sicuri di poter dare il meglio di loro stessi in certe aree e di poter contare invece sull'esperienza e le qualità degli altri per quello che non gli riesce bene, allora il leader è riuscito nel suo intento.
Una volta creato un buon team, il buon leader deve seguire i propri collaboratori in un percorso di coscienza e informazione condivisa e deve saper delegare il controllo donando così una parte della leadership ad alcuni membri del team. In questa fase il leader deve stare attento a non commettere lerrore di delegare troppo presto, quindi il team non è pronto e i membri non riconoscono la leadership ad un'altro membro. Oppure se la delega avviene troppo tardi, questo influirà negativamente sui collaboratori che si sentiranno privi di autonomia decisionale.
Da ricordare: non tutti amano essere dei leader.
