Sostenibilità è diventata una parola di largo consumo, che ormai troviamo dappertutto. Si potrebbe dire che l’importante è che se ne parli, in realtà in questi casi, quando se ne parla troppo è opportuno vedere quali azioni si possono mettere in campo per essere un'azienda sostenibile, come per esempio la fattoria di San Michele a Torri, alle porte di Firenze.
Occupandomi di turismo da molti anni, sono estremamente sensibile all’ambiente e al territorio, poiché è grazie al territorio e alle sue peculiarità che possiamo continuare a fare turismo di qualità e per questo dobbiamo mettere in atto azioni che ne preservino le caratteristiche.
Le questioni ambientali, portate all’attenzione del mondo da una giovane ragazza scandinava di nome Greta, che ha dato il via ad un movimento globalizzante, che ha generato molta sensibilità anche nel settore del turismo, ci ha portato a riflettere che qualsiasi sia il nostro business, la sostenibilità deve diventare il principio ispiratore delle nostre azioni quotidiane.
La sensibilità verso questi temi è aumentata, le statistiche ci dicono che il viaggiatore è attento alle tematiche ambientali ed è disposto a spendere di più se esistono azioni concrete messe in campo dagli operatori.
Informare e creare empatia, creare consapevolezza e fare informazione diventano elementi essenziali per chi fa impresa, le persone sono in linea di principio molto più sensibili alle questioni ambientali ma non sono emotivamente connesse perché non vedono quel problema come un loro problema.
Per questo, noi operatori del turismo, abbiamo una responsabilità importante, far conoscere ai viaggiatori le eccellenze del nostro territorio, sopratutto quando dimostrano attenzione all'equilibrio del nostro ecosistema.
Val la pena ricordare che, quando parliamo di sostenibilità, ci riferiamo sempre ai tre aspetti: ambientali, economici e sociali.
Se il nuovo piano di ripresa e resilienza individua nella sostenibilità e nel digitale due elementi su cui rifondare la ripartenza, allora vediamo quali occasioni di visita ci offrono i nostri territori.
Un esempio concreto, che ho avuto i l piacere di visitare e che è tra le proposte escursionistiche per i miei ospiti, in linea con la filosofia di un’accoglienza rispettosa per il territorio e sostenibile per l’ambiente e per chi ci lavora, è la Fattoria San Michele a Torri a Scandicci, nel cuore del Chianti e a soli 15 km da Firenze.
Arrivare alla fattoria, dalla provinciale che percorre le dolci colline del tipico paesaggio toscano è già una esperienza unica.
La fattoria è una bellissima villa del ‘500 che domina le colline della Val di Pesa a sud-ovest di Firenze, qui si produce vino biologico, Chianti Classico e dei Colli Fiorentini e i principali vitigni coltivati sono Sangiovese, Ciliegiolo, Canaiolo, Colorino, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Montepulciano, Malvasia, Trebbiano, San Colombano, Chardonnay etc.
La cosa incredibile è che ogni produzione ha caratteristiche particolari e uniche, per esempio “Murtas” è un Igt Toscana rosso che prende il nome dal cantiniere della fattoria che ha prestato la sua opera per ben 49 anni. Dare il nome ad una delle bottiglie più prestigiose fa capire la stima e il rispetto che i proprietari della fattoria riconoscono ai loro collaboratori. Senza ombra di dubbio qui viene messo in pratica l’aspetto sociale della sostenibilità.
Si perché San Michele a Torri, dal 1993, ha scelto di essere BIO e di certificare il processo di coltivazione e di produzione, in quegli anni sicuramente erano i primi esempi concreti di agricoltura biologica, e qui si era già intuita l’importanza di una produzione in equilibrio con l’ambiente e rispettosa per chi la produce.
Altro fiore all’occhiello è l’olio extra verginedi oliva, con ben 12.000 piante collocate a varie altezze e coltivate in maniera biologica. La particolarità di questo olio è che le olive vengono raccolte e lavorate entro le 24 ore così da conservare al massimo le proprietà organolettiche dei frutti.
La frangitura avviene nel proprio frantoio che tratta solo olive della fattoria. Temperatura, filtraggio e stoccaggio sono tutte operazioni controllate al fine di preservare al meglio il prodotto.
L’ampia zona boschiva nei dintorni della fattoria è utilizzata per far scorribandare i maiali le cui carni vengono lavorate per produrre salumi di cinta senese DOP.
Questa è un luogo dove il visitatore può davvero imparare ad apprezzare prodotti sani e di altissima qualità che rispettano i normali equilibri della natura e a riconoscere i profumi del cibo buono. Non mancano uova del pollaio, miele, insalate e farine semi-integrali da cui preparare pasta e pane fresco.
La passione e l’amore dei collaboratori sono la prima cosa che ti colpisce quando parli con loro. Si percepisce che ricevono stima e rispetto e loro ripagano con la stessa identica “moneta”.
Bello pensare che esistono queste realtà, questo è l’aspetto sociale della sostenibilità.
"Non c’è nessuno studio che ha dimostrato chiaramente che chi mangia i cibi contaminati da pesticidi o diserbanti si ammala di più di qualche malattia. Però un indizio c'è: sono i contadini che si ammalano di più, in particolare quelli che fanno uso di queste sostanze. Vale il principio precauzionale e l’aspetto della salvaguardia del pianeta, proteggere la salute dell’uomo e la salute della terra". (cit. dott. Berrino)
Visitando il sito della Fattoria, www.fattoriasanmichele.it è possibile prenotare una visita alle cantine per vedere come, da un grappolo d’uva, si arriva al vino e fare poi delle degustazioni dei principali prodotti alimentari prodotti direttamente. Una esperienza unica e incredibile a contatto con la natura, è il pic-nic in vigna, bruschette, uova, formaggi, olio e del buon vino.
Nel Piano d’azione per il futuro della produzione biologica nell’Unione Europea 2021-27, sono 23 i punti presentati dalla Commissione per raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agricola bio entro il 2030, partendo da una media attuale dell’8% e l’Italia è già oltre il 15% della superficie nazionale.
Per perseguirlo, però, sarà necessario agire su diversi fattori: dalla riduzione dei pesticidi al continuo monitoraggio dei dati, dalla creazione dei distretti biologici alla maggiore sensibilizzazione dei consumatori.
Un ruolo importante lo giocheranno le risorse economiche destinate al settore. Perché una cosa è certa: l’agricoltura biologica è più costosa per chi la fa, pur utilizzando meno prodotti, si hanno rese notevolmente minori, e per chi la consuma.
Tra le iniziative suggerite dalla Commissione Europea c’è quella di abbassare i prezzi al consumo, con la leva fiscale e l’Iva ridotta sui prodotti bio, più che col taglio della remunerazione dell’agricoltore. Questo è l’aspetto economico della sostenibilità.
La biodiversità è fondamentale e la sua perdita riduce la produttività di un ecosistema oltre a diminuire i servizi che un’ecosistema può offrire, come il mantenimento del suolo, la purificazione dell’acqua, il cibo. Anche se tutti gli ecosistemi si adattano alla riduzione della biodiversità in una certa misura, quest’ultima comunque pesa sull’intera catena naturale, le specie che si perdono si perdono per sempre. Il mondo deve avviarsi sulla strada della sostenibilità e per fare questo servono società, imprese e comportamenti che rispettino la natura e la biodiversità.
Per rendere più forti i nostri ecosistemi serve aumentare la percentuale di aree naturali e spingere verso una agricoltura a basso impatto di pesticidi e fertilizzanti; più rispetto per l’uomo e per l’ambiente. Questo è l’aspetto ambientale della sostenibilità.